L’indagine condotta dall’ufficio studi della Cgia di Mestre ha preso in considerazione un arco temporale di sei anni, dal 2019 al 2025, e ha rilevato che il Vicentino è il territorio più ricco della regione. Vicenza è la locomotiva economica del Veneto, con un Pil reale aumentato del 6,6 per cento, la crescita più alta tra le sette province venete.
I dati mostrano che Verona e Padova seguono con +6,3 per cento e +6 per cento, mentre Treviso si ferma al +5,1 per cento, Venezia si attesta a un +3 per cento, Rovigo cresce dell’1,8 per cento e Belluno, fanalino di coda, non ha ancora recuperato i livelli pre-Covid e resta in negativo (-0,9 per cento).
La resilienza del tessuto produttivo vicentino è stata confermata dai numeri, che mostrano la capacità di reazione del territorio di fronte a una delle crisi più complesse della storia recente. Dopo i contraccolpi dei lockdown, l’inflazione, la guerra in Ucraina e il caro energia, Vicenza si è rimessa in moto più velocemente degli altri, anche grazie agli stimoli messi in campo nei mesi più duri.
Il Pil pro capite di Vicenza raggiunge i 44.102 euro, supera Padova e Verona, e si colloca ben al di sopra della media regionale e di quella nazionale. L’analisi della Cgia di Mestre prende in considerazione un arco temporale di sei anni e mostra che il Pil reale italiano è cresciuto del 6,4 per cento, superando quello di Francia e Germania.
I settori che hanno sostenuto la ripartenza sono la manifattura, le costruzioni, l’export, ma anche il dinamismo delle piccole e medie imprese, che costituiscono il cuore pulsante dell’economia. Fondamentale è stato anche il contributo della domanda interna e dei consumi delle famiglie, sostenuti nei momenti critici da aiuti statali. Le previsioni indicano che il Veneto tornerà a essere una delle aree trainanti del Paese, con Vicenza che avrà un ruolo da protagonista.
