Il mese di ottobre segna l’inizio della nuova annata caffearia 2025/26 e si è caratterizzato per una forte volatilità e trend erratici nei mercati del caffè. A New York, il contratto per scadenza dicembre ha registrato la sua chiusura più bassa il 10 ottobre, scivolando a 373,05 centesimi, vicino ai minimi di fine settembre.
Le notizie altalenanti sui bollettini meteo brasiliani durante la fioritura del nuovo raccolto, unite alle tensioni geopolitiche, hanno causato un rimbalzo il giorno successivo. In due sedute, il benchmark è tornato sopra la soglia dei 4 dollari, raggiungendo un massimo intraday di 405,25 centesimi il 14 ottobre, per chiudere a 399,65 centesimi, con un aumento del 3,8% rispetto alla chiusura del giorno precedente.
I prezzi hanno perso quota nei due giorni successivi, ma dal 17 ottobre si è instaurata una nuova dinamica rialzista, che in sole 4 sedute ha riavvicinato New York ai massimi di febbraio. Si è arrivati così al picco mensile di 420,85 centesimi in chiusura della seduta del 22 ottobre.
Nonostante le tensioni sui fondamentali, i giorni successivi hanno visto consistenti prese di beneficio favorite anche dalla distensione nei rapporti tra Brasile e Usa, con il buon esito del faccia a faccia Trump-Lula, che si è svolto a margine del vertice Asean di Kuala Lumpur, in Malesia.

