Il Consiglio di Amministrazione di Volkswagen (VW) ha annunciato piani per chiudere almeno tre stabilimenti in Germania, secondo quanto dichiarato da Daniela Cavallo, presidente del Consiglio di fabbrica del Gruppo, durante un evento informativo a Wolfsburg. Cavallo ha sottolineato che nessuno degli stabilimenti attuali può considerarsi al sicuro e che anche gli altri siti subiranno un ridimensionamento. Il timore è che questa decisione possa comportare la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. I dipendenti sono stati recentemente informati di queste nuove strategie. Tra le strutture più a rischio c’è lo stabilimento di Osnabrueck, che ha recentemente perso un’importante commessa da Porsche. Attualmente, Volkswagen è responsabile dell’occupazione di circa 120.000 persone in Germania, di cui quasi la metà situate a Wolfsburg.
Le reazioni di sindacati e lavoratori sono state forti, definendo questa situazione come una “ferita al cuore” dei dipendenti. Inoltre, si sottolinea che la crisi dell’industria automobilistica tedesca ha ripercussioni anche sulla manifattura italiana, che è fortemente collegata alla “locomotiva” tedesca ora in difficoltà . La senatrice Silvia Fregolent di Italia Viva ha commentato che non è possibile ignorare gli effetti della crisi automobilistica in Germania, avvertendo che puntare tutto sulla transizione verso l’auto elettrica senza considerare la potenza produttiva cinese è stato un errore.
Volkswagen attualmente gestisce dieci stabilimenti in Germania: sei in Bassa Sassonia, tre in Sassonia e uno in Assia. A settembre, il Gruppo ha deciso di cancellare un programma di sicurezza del lavoro in vigore da oltre trent’anni. Secondo fonti di stampa tedesca, VW prevede di ridurre del 10% gli stipendi dei dipendenti e di imporre due anni senza aumenti. In aggiunta, si parla di un taglio dell’indennità mensile di 167 euro, comportando una riduzione complessiva delle retribuzioni attorno al 18%. Le misure di austerità di Volkswagen hanno sollevato preoccupazioni considerevoli riguardo al futuro dei posti di lavoro e della stabilità economica per i lavoratori e le loro famiglie.