Volontariato e sfruttamento nel settore culturale: l’appello critico del festival di Salerno
Il festival letterario di Salerno ha recentemente sollevato polemiche per l’invito rivolto ai giovani a partecipare come volontari, promettendo attestati e crediti formativi in cambio di lavoro non retribuito. Un post sui social rappresenta una studentessa che, mentre sfoglia una brochure, invita a "regalare la propria vita" a un evento che richiede impegno quotidiano, compresi festivi.
Le critiche riguardano il crescente utilizzo di volontari nel settore culturale e artistico, frequentemente giustificato come un’alternativa virtuosa al lavoro retribuito. Questo modello non solo svaluta competenze professionali, ma contribuisce a una precarizzazione del lavoro, presentando il volontariato come la norma e trasmettendo un messaggio distorto riguardo al valore del lavoro.
Il festival offre solo una copertura assicurativa e un attestato di partecipazione, mentre dietro le quinte i finanziamenti da sponsorizzazioni lasciano intatte le difficoltà dei giovani partecipanti. La questione centrale rimane la mancanza di retribuzione, in un contesto in cui ogni ora di lavoro dovrebbe essere adeguatamente riconosciuta.
La critica non mira al concetto di volontariato in sé, ma all’evidente sfruttamento che lo circonda, amplificato dalla narrazione di un’”esperienza unica” che, in realtà, cela una realtà di precarietà. L’appello è rivolto a dare priorità alla giusta retribuzione nel settore culturale, evidenziando il rischio di una cultura che si fonda sulla dedizione gratuita anziché sul giusto compenso.
Elaborazione AI: RassegnaNotizie.it
Fonte: cronachesalerno.it