La lotta alle malattie tropicali più trascurate ha trovato un nuovo alleato in un batterio chiamato Wolbachia, che vive all’interno delle cellule di insetti e aracnidi. Questo batterio ha iniziato a riscrivere il rapporto tra scienza, sviluppo e potere. Ogni anno, decine di milioni di persone si ammalano di dengue e migliaia muoiono per complicazioni emorragiche o per mancanza di accesso a cure adeguate. Il virus della dengue è trasmesso dalla zanzara Aedes aegypti, che resiste ai pesticidi e si adatta ai climi tropicali e ai serbatoi d’acqua stagnante delle periferie in espansione.
Un’idea semplice e radicale ha portato a una svolta: utilizzare un batterio naturale per interrompere la trasmissione del virus. Il batterio Wolbachia, già presente in molte specie di insetti, interferisce con la replicazione di diversi virus all’interno delle cellule. Inserito artificialmente nella zanzara Aedes aegypti, il batterio ne riduce drasticamente la capacità di trasmettere il virus della dengue, oltre ad altri patogeni come Zika, chikungunya e febbre gialla.
Un grande studio randomizzato condotto in Indonesia ha dimostrato l’efficacia del metodo su scala urbana: nelle aree dove le zanzare infettate da Wolbachia erano state rilasciate, i casi di dengue confermati virologicamente sono crollati del 77%, e i ricoveri ospedalieri si sono ridotti dell’86%. L’Indonesia ha costruito fabbriche per la produzione di milioni di zanzare “trattate” e ha integrato la strategia nel proprio sistema sanitario. Anche il Brasile ha annunciato un piano per proteggere oltre cento milioni di cittadini attraverso una biofabbrica pubblica capace di allevare decine di milioni di zanzare a settimana.
La lotta contro la dengue non passa più attraverso la filiera del Nord globale, ma attraverso un sapere biologico replicabile, adattabile e in gran parte open source. La conoscenza scientifica viene condivisa tra università, enti pubblici e programmi multilaterali, come il World Mosquito Program, che collabora con governi e comunità locali. Tuttavia, il controllo biologico basato su Wolbachia apre anche nuove questioni di bioetica e comunicazione pubblica, poiché il concetto di “rilascio di zanzare infette” può generare diffidenza nelle comunità.
L’aspetto economico è altrettanto cruciale, poiché il costo iniziale di implementazione può essere alto per i Paesi a basso reddito. Secondo modelli di costo-efficacia, per ogni dollaro investito in programmi Wolbachia si possono ottenere benefici sanitari valutati tra 1,35 e 3,4 dollari in termini di riduzione dei costi medici e perdite di produttività. Il successo di Wolbachia non cancella i rischi e le incertezze, come la durata della protezione a lungo termine e la possibilità che il virus sviluppi meccanismi di adattamento.
Nel quadro più ampio della salute globale, Wolbachia rappresenta un laboratorio politico e culturale, mostrando come una tecnologia “povera” possa diventare un simbolo di sovranità sanitaria e di cooperazione Sud-Sud. Il successo di Wolbachia potrebbe ridisegnare le priorità della diplomazia sanitaria, valorizzando la biologia applicata e la produzione locale, con un impatto diretto sulle relazioni tra nazioni e sul modo in cui le società concepiscono la propria sicurezza biologica. La geopolitica della salute è anche una geopolitica della fiducia: tra governi e cittadini, tra Nord e Sud, tra scienza e politica.

