Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, esprime il suo sostegno per il terzo mandato ai governatori e ai sindaci delle grandi città, schierandosi con Luca Zaia della Lega e Vincenzo De Luca del PD, entrambi favorevoli a candidarsi di nuovo nonostante le controversie e le divisioni politiche legate alla legislazione attuale. Sala non esclude l’idea di candidarsi a un terzo mandato, se la legge dovesse permetterlo, citando il famoso film di James Bond “Mai dire mai”.
Discutendo il contesto europeo, Sala sottolinea che l’Italia è una delle poche nazioni con un tale limite, eccezion fatta per il Portogallo, e si chiede se sia necessario essere “speciali” per questo motivo. In risposta alle preoccupazioni riguardo a una potenziale concentrazione di poteri, evidenzia l’esistenza di vari organi di controllo, come i consigli comunali e regionali, i giudici e la Corte dei conti, con il presidente ultimo assoluto che è l’elettore. Sala sostiene che, come affermato da Zaia, chi ha trascorso trent’anni in Parlamento non può dare lezioni.
Il dibattito sul terzo mandato infiamma la politica italiana. Mentre Sala prende posizione a favore della possibilità per i governatori, Elly Schlein, segretaria del PD, si oppone, cercando di costruire una alternativa in Campania. Questo rifiuto potrebbe essere influenzato dal rapporto teso con De Luca, rendendo necessario un rinnovo. Tuttavia, un rifiuto netto riguardo a un eventuale terzo mandato per Sala sarebbe più problematico.
Nel 2024, è stato abolito il limite di mandati per i comuni piccoli e aumentato il numero di mandati per quelli con una popolazione compresa tra 5 e 15mila abitanti. Attualmente, secondo la legge, Sala non potrebbe candidarsi nuovamente nel 2027 per le elezioni comunali, nonostante il suo atteggiamento ottimista. All’interno della sua stessa maggioranza, ci sono dissensi riguardo all’idea di un terzo mandato. Ad esempio, il consigliere dei Verdi, Carlo Monguzzi, ha dichiarato che, in caso di una sua terza candidatura, lavorerebbe con passione a una lista alternativa ambientalista e di sinistra, evidenziando le divisioni anche nella coalizione attuale.